Le buone notizie che donano speranza
Da oggi, presso il centro polifunzionale del plesso scolastico di Bomerano, inizia un corso diretto a quanti fra insegnanti, personale vario e familiari assistono bambini con patologie diabetiche.

Il problema delle famiglie lasciate sole a gestire le disabilità o le patologie dei propri bambini è quotidiano e indegno di una società civile. Pur avendo un sistema sanitario sulla carta tra i più equi del mondo sentiamo troppo spesso parlare di assenze croniche da parte delle scuole, delle istituzioni e delle ASL. Eppure in questi giorni una bella notizia offre la possibilità di valutare l’impatto che genera sul territorio la sinergia tra enti e famiglie.
Da oggi, infatti, presso il centro polifunzionale del plesso scolastico di Bomerano, inizia un corso diretto a quanti fra insegnanti, personale vario e familiari assistono bambini con patologie diabetiche. Al di là dell’importanza fondamentale per tutti noi di conoscere dinamiche e regole per la migliore assistenza, soprattutto ai bambini, questo corso rappresenta una vittoria del concetto di condivisione e compartecipazione tra scuola, associazioni, famiglia ed esperti.
Ho seguito per caso l’intera vicenda e come sempre tutto parte dalle mamme coraggio che vivono questa sofferenza da sole e spesso incomprese ma questa volta grazie alla loro testardaggine e all’impegno della Misericordia di Agerola, dei dottori Gambardella e Mandara e del preside dell’istituto Comprensivo di Agerola si apre un percorso formativo in grado di mettere in sicurezza i bambini e la loro salute. Tuttavia il nostro pensiero e la nostra attenzione deve focalizzarsi su quanti vivono situazioni simili anche nel nostro paese e che spesso non trovano soluzioni adeguate nel nostro sistema solo perché non c’è sinergia e comunicazione tra chi sul territorio deve svolgere funzioni di assistenza e coordinamento.
Auguriamo un buon lavoro a tutti e speriamo che la nostra società impari a dialogare e collaborare facendo del disagio di un solo cittadino il problema di una intera comunità.
MARIA MICHELA ACAMPORA