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Rivoluzione plastic free: siamo pronti?

La più grande sfida del nostro tempo è rendere l'Europa plastic free: ci possiamo riuscire?

La plastica monouso è stata messa al bando dall’Europa. Il Parlamento Ue ha lasciato scritta una data nel futuro dei Paesi membri: il 2021.

Per quella data saranno fuori legge posate e piatti di plastica monouso, cannucce di plastica, cotton fioc fatti di plastica e contenitori per alimenti, tazze in polistirolo e anche i bastoncini che servono a mantenere in piedi i palloncini.

E in Italia? Due anni ci bastano? Siamo pronti a diventare “responsabilmente” plastic free?

Sono sempre di più i comuni italiani che per proteggere l’ambiente e il mare hanno rinunciato anzitempo alla plastica monouso in tutte le sue forme: sacchetti, cannucce, bicchieri, piatti e posate.

Primo tra tutti è stato il comune delle Isole Tremiti che, dallo scorso primo Maggio, ha vietato tutte le stoviglie di plastica a favore di contenitori biodegradabili. La decisione comunale già in vigore ormai da quasi un anno sta funzionando bene e molti altri hanno deciso di seguire l’esempio: Bordighera, Porto Venere, Caggiano, Lampedusa, Pozzuoli, Ischia. Negli ultimi mesi anche comuni molto vicini al nostro come Positano e Ravello hanno deciso di porre un limite drastico al consumo della plastica.

La direttiva europea si traduce in una “rivoluzione verde” che farà sentire fin da subito i suoi effetti. La finalità è quella di ridurre il danno ambientale di 22 miliardi di euro, il costo stimato dell’inquinamento da plastica in Europa sino al 2030, visto che secondo la Commissione europea oltre l’80% dei rifiuti marini è costituito da plastica. E il mare ne avrà molti benefici; ce ne accorgeremo per esempio d’estate quando sulle spiagge non ci saranno più i rifiuti in plastica che si trovano adesso, e che passano indenni tra i filtri dei depuratori (dove si ha la fortuna di averli). Infatti all’indomani della sua presentazione, era stata targata come la direttiva che avrebbe dovuto eliminare l’inquinamento dei 10 prodotti in plastica che troppo facilmente si trovano sulle spiagge. Tra le altre cose le nuove regole fissano un target del 90% per la raccolta di bottiglie di plastica entro il 2029, rendono più forte il ruolo della responsabilità dei produttori, e promettono etichette con informazioni sugli impatti ambientali.

Ieri a Roma la bellissima Piazza del Popolo con l’arrivo di circa 10.000 persone e di Greta ha visto una coinvolgente  manifestazione all’ insegna della ribellione ad un mondo senza rispetto per il futuro del pianeta. Si sentivano  voci sottili e vocioni da post adolescenza: “Con Greta salviamo il pianeta” gridavano  mentre i microfoni venivano alimentati dall’elettricità prodotta da 120 bici con la dinamo, spinte da chi semplicemente vuole fare la sua parte, per non consumare troppa energia “sporca”.

Tantissimi i giovani convinti che  gli adulti non hanno fiducia in loro: “Siamo semplici studenti, ci hanno detto che siamo un po’ ignoranti non andiamo da nessuna parte. Dimostriamo il contrario”. Ragazzi senza esperienza, raccolti nel movimento Fridays For Future, hanno organizzato una delle manifestazioni più nuove e colorate di Piazza del Popolo, con la novità di un palco a pedali: “Greta ha fatto qualcosa che tutti credevano impossibile. Noi oggi abbiamo fatto qualcosa che sembrava impossibile”.

L’incontro del Senato con Greta, avvenuto giovedì, l’episodio che ha  scatenato più rabbia. “L’avete chiamata solo per farvi i selfie con lei” ruggiscono gli interventi dal palco, contro i politici che hanno votato contro gli accordi di Parigi. “I politici si divertono a prenderci in giro. Non capiscono che noi non vogliamo essere strumentalizzati, ma ascoltati”. Il clima “non è un problema del futuro. E’ un problema di oggi. E’ il nostro problema”.

Che la salvaguardia del nostro pianeta sia un problema grave ed impellente è chiaro a tutti, ma quanti di noi sono disposti ad adottare nel quotidiano modi di vivere rispettosi degli equilibri ambientali? Quanti comuni e amministrazioni pubbliche alzeranno lo scudo per rispettare la direttiva europea?

Noi della Voce di Agerola vorremmo dare il nostro contributo vi invitiamo a scendere in piazza con noi domenica 19 maggio porteremo e raccoglieremo testimonianze e esperienze di chi ha già politicamente intrapreso questa strada nella speranza che diventi un percorso contagioso e condiviso verso la salvezza del nostro pianeta.

MARIA MICHELA ACAMPORA

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