Novità per case vacanza e affitti brevi: arriva il codice identificativo
Molto presto entreranno in vigore alcuni emendamenti che prevedono una stretta anti-evasione sugli affitti brevi e le case vacanza

Il Governo del cambiamento prova a contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale mettendo sotto la lente di ingrandimento i proprietari di strutture extralberghiere. Molto presto entreranno in vigore alcuni emendamenti al decreto Crescita che prevedono una stretta anti-evasione sugli affitti brevi e le case vacanza. Nel decreto che entrerà prossimamente in vigore ci sono alcune nuove norme specifiche per le strutture ricettive. In primis verranno intensificati e rafforzati gli obblighi per il versamento delle imposte. Ma la novità più grande è la creazione di una banca dati presso l’Agenzia delle Entrate.
Per chiunque metterà in affitto una stanza o un appartamento per brevi periodi, ci sarà infatti l’obbligo di registrarsi a una piattaforma, che fornirà un codice di identificazione. Chi non pubblicherà il proprio codice di identificazione rischia una multa dai 500 ai 5.000 euro. Su tutti gli intermediari, sia online che offline, il gestore dell’attività dovrà dichiarare il codice identificativo della propria struttura, al fine garantire una maggiore trasparenza. Questa è anche e soprattutto una mossa per combattere l’evasione fiscale: se l’Agenzia delle Entrate noterà anomalie in fase di dichiarazione dei redditi tra gli importi percepiti e quelli comunicati, potranno scattare i controlli e le eventuali relative sanzioni.
Uno dei fautori di questa novità è il ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio. “Grazie al nostro lavoro anche l’Italia si dota di uno strumento fondamentale per migliorare l’offerta turistica. Il codice identificativo e l’iscrizione a una banca dati per gli affitti brevi e le locazioni presso le strutture ricettive ci consentirà di evitare eventuali evasioni fiscali ed elusioni. Il nostro obiettivo era arrivare all’approvazione prima dell’estate. Ce l’ha chiesto a gran voce il mondo del turismo. Per il nostro paese è un settore importantissimo. Grazie all’impegno di tutto abbiamo raggiunto un risultato importante”, ha dichiarato.
Confedilizia, però, si schiera apertamente contro questa novità, affermando che “desta diverse perplessità”. In un comunicato si legge: “Dato che in Italia non esiste la categoria degli ‘immobili destinati alle locazioni brevi’, la norma impone di fatto un ennesimo adempimento a carico di circa 32 milioni di abitazioni. Ciascuna di esse, infatti, può essere in ogni momento destinata, fra l’altro, alla locazione breve, per specifiche esigenze transitorie degli inquilini, siano essi lavoratori, studenti, familiari di persone degenti in ospedale, turisti. […] Adempimenti e sanzioni, insomma, sono già molti e rilevanti. Dovrebbero, anzi, essere semplificati e armonizzati. Ma per far questo bisognerebbe smetterla di guardare agli affitti brevi con sospetto e coglierne invece le mille implicazioni positive per l’economia italiana”.
EDOARDO CIOTOLA