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Salta la procedura d’infrazione: i contribuenti italiani ringraziano

L’Italia può tirare un sospiro di sollievo: la procedura d’infrazione per il debito eccessivo è saltata. Almeno per il 2019.

L’Italia può tirare un sospiro di sollievo: la procedura d’infrazione per il debito eccessivo è saltata. Almeno per il 2019. Pochi minuti fa è arrivata l’ufficialità: la Commissione europea ha dato il via libera ai conti pubblici dell’Italia per il 2019. La procedura d’infrazione è stata considerata “non necessaria”.

Almeno per qualche mese gli italiani potranno dormire sonni tranquilli. L’argomento tornerà di attualità a ottobre 2020, dato che bisognerà varare la nuova manovra di bilancio. In quel frangente, però, la Commissione europea che giudicherà il dossier sarà diversa, dato che a novembre entrerà in carica quella nuova, successiva alle elezioni di maggio.

Nei giorni scorsi il presidente Mattarella aveva dichiarato che “non vedeva il bisogno” di un’eventuale procedura d’infrazione. Tra i protagonisti del buon esito dei negoziati c’è il premier Giuseppe Conte, coadiuvato dal Ministro dell’Economia Tria. I due hanno trovato un accordo di compromesso con la Commissione europea guidata da Juncker.

Si tratta, oggettivamente parlando, di una notizia positiva per i contribuenti italiani. Ma è altrettanto vero che la mancata procedura d’infrazione non cancella i problemi dell’economia italiana, ormai da anni arrancante. Abbiamo uno dei debiti pubblici più alti al mondo. L’Europa ci chiede di ridurlo, anche se Salvini e Di Maio non sembrano orientati verso questa direzione.

Più volte i due vice premier hanno ribadito che l’austerità va evitata ad ogni costo se si vuole davvero far ripartire l’economia del nostro paese. Per ridurre il debito pubblico bisogna inevitabilmente tagliare la spesa pubblica o aumentare le tasse. Ma nessuna delle due opzioni è nell’agenda del Governo giallo-verde.

Per questa estate l’economia italiana rimarrà in una condizione di stallo, con una probabilissima crescita grazie al turismo. I dati sull’occupazione a maggio, inoltre, fanno ben sperare. Ma da ottobre si tornerà a parlare, inevitabilmente, di legge di bilancio. Non bisogna dimenticare che c’è lo spettro dell’aumento dell’IVA al 25% per far quadrare i conti e rispettare i vincoli europei. Anche se, di nuovo, l’attuale governo ha ribadito fermamente a più riprese che “le tasse non aumenteranno”.

EDOARDO CIOTOLA

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