Immigrazione interna, dove gli italiani si trasferiscono di più nel nostro paese
Esiste un'immigrazione diversa da quella tra continenti: in Italia sono sempre di più le persone che si spostano da una Regione all'altra.

Una famosa canzone di Luciano Ligabue recita: “Si viene e si va”, ma in questo caso si potrebbe dire chi viene e chi va. Mentre molti buonisti, con la pancia piena, parlano di accoglienza indiscriminata di povere anime provenienti dal continente nero, vi è un vero e proprio problema d’immigrazione interna, dove sempre più italiani si trasferiscono in altre regioni nel nostro Paese o all’estero per cercare fortuna, abbandonando le proprie terre natie. Napoli e Palermo sono due città emblematiche, con un alto numero di emigrati in altre regioni, e nonostante ciò i due sindaci De Magistris e Orlando parlano sempre più di accoglienza di stranieri, per tirare acqua ai propri mulini, ignorando sempre di più i propri cittadini, spesso costretti ad emigrare per cercare di condurre una vita dignitosa.
Gli spostamenti interni sono in continuo aumento, interessano coloro che, italiani o stranieri, si trasferiscono da una regione all’altra, da una provincia all’altra, o magari anche solo nel comune vicino.
Storicamente da sempre la direzione è sempre stata Sud-Nord, ma con significativi cambi di direzione per alcune aree. Per esempio il Veneto da terra di emigrazione è divenuta terra di immigrazione. Il Piemonte ha invece perso parte dell’attrazione che aveva negli anni ’50-’70.
Proviamo a stilare una piccola classifica delle province più attrattive con il tasso migratorio interno per 1000 abitanti:
In testa vi è Bologna, con un tasso positivo di 5,2 per mille abitanti, al secondo posto Modena con 4. Si tratta di un’area tra le più dinamiche a livello economico, soprattutto industriale, che attira italiani del Sud, anche per motivi di studio, nonché stranieri che già erano presenti in altre aree d’Italia.
Trieste è terza con 3,9, seguita da Bolzano, che è la provincia con il tasso di disoccupazione più basso, con 3,5, alla pari con Pordenone.
Al Sud invece la situazione appare particolarmente tragica. La provincia, peggiore, Caltanissetta, ha perso nel 2018 8,6 abitanti ogni 1000, ed è in compagnia di Crotone, con -6,9, e Reggio Calabria con -6,5%.
Napoli è la provincia più grande tra quelle del Sud, e ha perso 5,8 persone ogni 1000, che si sono trasferite al Nord.
Vi sono anche alcune eccezioni al paradigma Nord-Sud, per esempio Rovigo è tra le province che perdono popolazione, con un tasso di migrazione interna negativo per 1,8. È l’unica area del Veneto rimasta in un certo senso povera e tagliata fuori dalla crescita che ha caratterizzato la regione. In negativo, di 0,4, anche Vercelli in Piemonte.
Non fanno eccezione due province toscane, Pisa e Massa Carrara. In particolare Pisa vede un saldo negativo di 1,6, nonostante l’università. I dati parlano chiaro e vedono noi cittadini del sud sempre più costretti ad emigrare in altre regioni o addirittura ad espatriare per poter sopravvivere. Ciò è inaccettabile e bisogna invertire questo trend incentivando sempre di più i nostri ragazzi a non abbandonare le proprie origini, le proprie tradizioni soprattutto e la propria identità, ma per fare ciò bisogna aiutarli a trovare lavoro e stabilità economica nelle proprie terre d’origine !
MASSIMILIANO CUOMO