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Castellammare, brutale aggressione all’autista della SITA

Nella giornata di ieri a Castellammare si è verificata una violenta aggressione ai danni di un autista della SITA.

Nella giornata di ieri a Castellammare si è verificata una violenta aggressione ai danni di un autista della SITA.

Erano le 16 circa, quando l’autobus partito da Agerola alle 15 e diretto a Napoli, si è fermato come sempre nei pressi del Centro Laser stabiese per permettere la salita e la discesa dei passeggeri.

Nel momento esatto dell’apertura delle porte, però, è avvenuto qualcosa di inaspettato.

Un gruppo di tre persone è salito sul mezzo e ha iniziato a colpire ripetutamente e violentemente l’autista.

In un video girato dall’altro lato della strada si vede l’uomo schiacciato contro il vetro della sua porta che prova invano a difendersi.

Il filmato dura pochi secondi. Stando a quanto si apprende dai vari siti di informazione locale, i passeggeri presenti hanno immediatamente chiamato ambulanza e polizia.

Nonostante gli aggressori si siano dati alla fuga subito dopo aver ferito l’autista, i poliziotti sono riusciti a rintracciarli e a fermarli nel giro di pochi minuti. Non è chiaro però se ad essere assicurati alla giustizia siano tutti e tre i componenti del gruppo o solo una parte.

L’autista, dopo lo shock psicologico derivante dall’improvvisa aggressione, è stato costretto a ricorrere alle cure mediche in ospedale. Al momento non è chiaro in quanti giorni riuscirà a guarire dalle percosse subite.

A quasi 24 ore dal fatto ci sono delle domande che per ora non hanno risposta: chi erano gli aggressori? Perché hanno colpito così violentemente un autista della SITA? Come facevano a sapere che il loro “obiettivo” si trovava esattamente su quell’autobus a quell’ora? Era un “regolamento di conti”? Le modalità con cui è stato aggredito fanno pensare che la risposta all’ultima domanda sia un convinto “sì”.

Da parte nostra ci auguriamo che venga fatta luce su quanto accaduto e che ciò non si ripeta mai più. Anche perché l’autista, al quale va la nostra solidarietà, è stato costretto a farsi medicare e non ha potuto continuare il suo lavoro di pubblico servizio.

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