“La cocaina del mare”: Report arriva a Castellammare e si occupa dei datteri illegali
Report si è occupata di un fenomeno tanto illegale quanto redditizio: il commercio dei datteri di mare, diffuso anche a Castellammare.

Le telecamere di Report, una delle poche trasmissioni per cui ha ancora senso pagare il canone Rai, nei giorni scorsi sono arrivate a pochi chilometri da Agerola. L’inviato del programma condotto da Sigfrido Ranucci, Emanuele Bellano, si è occupato di un fenomeno tanto illegale quanto redditizio: il commercio dei datteri di mare.
La vendita e il consumo di questo “frutto proibito”, come recita il titolo del servizio, sono per l’appunto vietati dalla legge italiana già dagli anni ’90. Eppure molti ristoranti della Penisola nel 2019 continuano a servirli sotto banco, a prezzi esorbitanti. Un piatto di spaghetti con datteri di mare può costare anche 70 euro. Tra i luoghi preferiti dei pescatori di datteri di mare ci sono due località notissime a noi del posto: Castellammare di Stabia e l’area marina protetta di Punta Campanella. Essendo un’attività illegale, le persone che vi si dedicano si tuffano in mare di notte per poi risalire alle prime luci dell’alba, con l’evidente scopo di attirare meno l’attenzione.
Nel corso del servizio scopriamo che di solito i datteri di mare vengono venduti a 100 euro al chilogrammo; chiaramente un ristoratore cercherà di guadagnarci almeno il 100%. Nel periodo natalizio, quando la richiesta aumenta, il prezzo può perfino raddoppiare. Insomma, un mercato nero con cifre spaventose. Non è un caso che qualcuno li abbia ribattezzati “la cocaina del mare”.
Chi li mangia assicura che si tratta di una prelibatezza. Ma stando ad alcune analisi effettuate da un’università turca, mangiare datteri di mare non fa affatto bene alla salute. Questi mitili sono simili a cozze e vongole ma differiscono per un dettaglio importante: la capacità di filtrare le impurità. È stato scoperto che in alcuni datteri di mare c’era una concentrazione di metalli pesanti quasi dieci volte superiore rispetto a cozze e vongole. Non è trascurabile nemmeno il fatto che, stando alle parole di un esperto di ambiente intervistato da “Report”, il danno ambientale causato dai pescatori di frodo si traduce anche in economico. Eliminando quella vegetazione marina e di conseguenza i datteri e altri animali che vivono a contatto con questi ultimi, si va a rovinare irrimediabilmente la roccia. Per ridare vita alla vegetazione marina c’è bisogno di interventi costosi. Insomma il commercio dei datteri di mare alimenta il mercato nero e l’evasione, arreca danni alla salute dei consumatori e distrugge il sempre più fragile ecosistema marino. “Report” ha anche ripreso parte di un arresto a carico di pescatori di datteri di mare, effettuato dalla Guardia Costiera.
Chi volesse guardare il servizio di Report lo trova QUI.
EDOARDO CIOTOLA