Inaugurazione Colonia Montana: sviluppo e cultura, ma per chi?
Il nostro Lello Di Capua esprime un parere "fuori dal coro" circa la grande novità dell'Agerola presente e futura: l'Unicampus Principe di Napoli.

Secondo Montaigne la prima finalità dell’insegnamento è la creazione del cosiddetto “pensiero critico” per analizzare la realtà da prospettive diverse dal coro del cosiddetto “pensiero dominante”.
Venendo ai giorni nostri, non posso che associarmi al plauso collettivo per la riapertura della prestigiosa Colonia Montana, lussuosamente ristrutturata grazie ai fondi pubblici sbloccati dalla giunta regionale dell’ex presidente Caldoro.
Tuttavia, sfogliando l’elegantissima brochure di presentazione in carta patinata, ciò che mi lascia perplesso è l’affidamento della struttura ad un’università telematica.
Com’è noto, il Comune in data 4.6.2019 ha stipulato il contratto per l’affidamento della gestione (senza scopo di lucro… sic!) alla neocostituita società “Principe di Napoli” (costituita dalle università telematiche “Pegaso” e “Mercatorum”).
Ora, considerato che il fondo britannico di private equity “CVC” è socio al 50% della “Pegaso” attraverso la creazione di una holding denominata “ MULTIERSITY”, holding che a sua volta ha tra le sue società controllate proprio l’università “Mercatorum”, trovo singolare che la Mercatorum abbia partecipato alla gara per l’aggiudicazione della Colonia, in “raggruppamento di impresa” con la Pegaso che è socio della sua controllante.
Ma queste dinamiche sono per me troppo complesse per essere adeguatamente comprese.
Tuttavia al netto delle solite sterili critiche, delle malevoli polemiche su presunti o veri conflitti d’interesse, sulle faziose questioni di natura politica (come la recente nomina di un consigliere comunale di maggioranza nel comitato di controllo della società concessionaria, che dovrà però pagargli le “spese” ?!?), ciò che veramente conta è che la Colonia, dopo anni di abbandono, finalmente riapre.
E di questo dobbiamo ringraziare tutti coloro che, a diverso titolo, hanno concorso a conseguire questo importante risultato!
Ciò nonostante, faccio fatica a comprendere quale sia il “modello culturale” che questa operazione intenda promuovere.
Chiedo perciò anzitutto venia a quanti hanno bollato come “intolleranti”, “ ignoranti”, “faziosi” e quanto di peggio si possa dire, coloro che, attraverso questo blog, hanno già permesso ai loro neuroni impazziti di esprimere opinioni libere e fuori dal coro, perché anch’io, ahimè, mi assocerò a quel manipolo di impenitenti che ancora si ostinano a farsi domande impopolari e a sollevare dubbi nonostante i granitici proclami pronunciati coralmente nel corso della trionfalistica inaugurazione.
Siete mai andati su Google alla ricerca di “lauree on line”?
Provateci. Sarete bombardati da spot del tipo: “Come laurearsi in 1 anno”; “laurearsi è facile ora”, eccetera.
Ma siamo davvero sicuri che sia questa la strada giusta per formare i nostri figli ad affrontare il difficile mercato del lavoro sempre più globalizzato?
E come mai nelle università telematiche gli studenti diventano tutti geni e si laureano in discipline anche notoriamente impegnative in pochissimo tempo e sovente con il massimo dei voti?
Tempo fa due parlamentari – non già di “ becera estrazione politica” (come l’enclave politica locale ama appellare ogni voce dissenziente) – bensì illuminati PD (tali Walter Tocci e Leana Pignodoli), ebbero a presentare al Senato un’interessante interrogazione nella quale chiedevano conto di un “sistema di elargizioni di lauree facili on line, al limite della legalità atteso che le università telematiche non sono obbligate – a differenza di quelle statali – a rispettare le medesime regole ministeriali relative ai requisiti minimi di docenza ed agli standard minimi di formazione previsti dal d.m.”
Mi chiedo quindi se promuovere anche nella magnifica struttura della Colonia Montana l’ennesima università telematica sia stato davvero il migliore investimento per i nostri giovani e soprattutto per la nostra comunità.
Condivido in pieno la finalità e gli obiettivi del campus enogastronomico.
Ma pensiamo davvero di creare Cultura, professionalità e sviluppo per Agerola, attraverso il percorso facilitato delle lauree telematiche che sovente sembrano rievocare, in versione riveduta e corretta, taluni discussi istituti parificati che rilasciano diplomi veloci?
E trovate corretto che i titoli di laurea conseguiti on-line valgano esattamente quanto quelli faticosamente conseguiti in Atenei seri ed a costo di sacrifici e sudore, nemmeno lontanamente paragonabili all’ impegno richiesto dalle università telematiche che, seppur legittimamente, perseguono logiche di profitto?
Pensiamo davvero di formare così giovani competitivi con i loro omologhi europei o stiamo forse contribuendo a creare prospettive illusorie tra progetti, crediti formativi, corsetti e lezioncine on line per partecipare alle quali basta solo pagare ed ottenere così una password con la quale si potranno scaricare sul proprio pc le lezioncine videoregistrate?
E pensiamo davvero che questo nuovo esercito di dottori super titolati – che ora anche Agerola contribuirà a sfornare – servirà a sollevare le sorti economiche del nostro paese, o piuttosto, sarà invece funzionale agli interessi di quei pochi che gestiranno il mega hotel-ristorante super lussuoso costruito con i soldi pubblici e che potrebbe diventare a breve un pericoloso concorrente di tanti imprenditori locali del settore turistico, che hanno invece costruito faticosamente la loro azienda con i propri quattrini?
E come se non bastasse, tra un po’ oltre agli studenti telematici saremo ricchi anche di tanti nuovi “prof” telematici. Come se quel titolo non fosse già abbastanza abusato!
LELLO DI CAPUA