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Pimonte, i familiari di Sara Aiello chiedono una mano al popolo del web

Da quando la trasmissione Rai "Chi l'ha visto" ha portato l'Italia intera a conoscenza del caso di Sara Aiello, per i suoi familiari si è riaccesa la speranza di fare giustizia.

Da quando la trasmissione Rai “Chi l’ha visto” ha portato l’Italia intera a conoscenza del caso di Sara Aiello, per i suoi familiari si è riaccesa la speranza di fare giustizia.

 

I parenti non credono che Sara sia morta perché “non c’era niente da fare”. Secondo loro, grosse responsabilità sono da attribuire al suo ex marito, che ha registrato per 8 minuti l’agonia della consorte senza chiamare i soccorsi. C’è un video, in mano agli inquirenti e alla procura, che testimonia come l’uomo non si sia sforzato più di tanto nel provare a salvare la vita della moglie. Ci sarebbero “gravi lacune”, secondo la famiglia, da parte della Giustizia italiana, che ha archiviato il caso senza nominare colpevoli. Insomma, dopo che la triste storia è diventata un caso mediatico si è riaperta la speranza che si riesca a riesumare il cadavere per fare, di nuovo, maggiore chiarezza su quanto accaduto quella notte del giugno del 2015.

 

Per questo motivo i familiari stanno usando il web affinché quella che secondo loro è una “ingiustizia” ai danni di Sara Aiello arrivi ai nostri massimi rappresentanti governativi. Nelle ultime ore la richiesta è quella di mandare una e-mail al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, il rappresentante del popolo più indicato per casi del genere.

 

Per farlo, basta inviare una mail al suo sottosegretario Vittorio Ferraresi in cui viene chiesta “Giustizia per Sara Aiello”.

 

Noi de “La Voce di Agerola”, nel nostro piccolo, cerchiamo di dare un contributo estendendo l’invito a mandare la mail ai nostri lettori.

 

Per farlo basta selezionare e copiare l’indirizzo e-mail seguente: ferraresi_v@camera.it , aprire la nostra app di posta elettronica (o il sito se si è da PC fisso), incollarla nella casella del destinatario e scrivere un breve testo che esorti la Giustizia italiana a rivedere le carte relative al caso di Sara Aiello.

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