Le borracce date ai nostri bambini sono sicure?
Dopo la segnalazione di un genitore, abbiamo cercato di capire meglio cosa sia realmente utilizzato per produrre le borracce regalate agli studenti agerolesi.

La scorsa settimana il sindaco di Agerola Luca Mascolo si è recato nelle scuole dell’Istituto Comprensivo “Enrico De Nicola” per regalare a tutti gli alunni una borraccia, nell’ambito del progetto “Agerola Plastic Free”. Un’iniziativa lodevole, indubbiamente. Ma, dopo la segnalazione di un genitore, abbiamo deciso di approfondire la questione. Il nostro dovere di informare ci impone un approfondimento sulla materia, anche richiamando una serie di studi scientifici che sono stati fatti su questo materiale. Tutto ciò non certo per creare inutili allarmismi ma per fornire un corretto orientamento ai cittadini – e forse anche all’amministrazione – che in buona fede utilizzano un prodotto che, di fatto, non scongiura i rischi derivanti dalla plastica.
Come si può vedere sul fondo della borraccia trasparente che ora hanno pressoché tutti i bambini agerolesi, c’è un triangolino con il numero 7 dentro e la dicitura “BPA Free Tritan” (quindi senza BPA). Cosa indica il numero 7? Solitamente che quel materiale rilascia BPA. Sembra una perfetta contraddizione, vero? In realtà c’è una spiegazione.
Citiamo testualmente da un lungo e dettagliato articolo di AGI (Agenzia Giornalistica Italiana, non un sito creato l’altro ieri):
In attesa di soluzioni politically correct, l’industria chimica della plastica ha subito proposto il brand BPA-free a base di Bisfenolo S o di quello F, i quali però causano effetti sulla salute sovrapponibili a quelli del loro famoso progenitore.
All’interno dell’articolo c’è un documento in inglese, che è lo studio di una università statunitense, in cui sostanzialmente si dice che il Bisfenolo S (così come quello F) è ugualmente pericoloso.
Di nuovo, citiamo testualmente dalla fonte originale:
Conclusions
Based on the current literature, BPS and BPF are as hormonally active as BPA, and they have endocrine-disrupting effects.
In italiano
Basandoci sulla attuale letteratura, BPS e BPF sono ugualmente attivi a livello ormonale come il BPA e hanno gli stessi effetti negativi sul sistema endocrino.
Cerchiamo di essere più sintetici possibile, essendo argomenti di cui molti di noi capiscono poco. Tutto è iniziato pochi anni fa, quando uno scienziato di nome Bittner iniziò a sospettare circa il tritan BPA-FREE (esattamente il materiale usato per le borracce regalate agli agerolesi), affermando che tutti i prodotti in circolazione avevano estrogeni chimici. La Eastman Chemical, una delle maggiori aziende produttrici – oltre che detentrice del marchio “Tritan” -, decise di portare in tribunale lo scienziato. Alla fine la giuria federale diede ragione alla Eastman, spiegando che Bittner aveva realizzato degli studi in vitro, quindi su un “petri dish” e non su un animale.
Ma non finì lì. Il caso attirò l’attenzione della comunità scientifica e molti ricercatori iniziarono test indipendenti, appunto, sugli animali. Fu scelto un pesce, il danio zebrato (zebra fish), il cui cervello, curiosamente, si sviluppa in maniera simile a quello umano. Ai pesci furono “somministrate” piccole quantità di BPS e di BPA. Il risultato fu che la crescita neuronale fu eccezionale: +170% per quelli sottoposti al BPA e +240% per quelli sottoposti al BPS. E ciò non è affatto una conseguenza positiva: si chiama iperattività ed è classificata come disturbo. Un altro studio, questa volta sui topi, ha evidenziato un’altra conseguenza negativa dell’essere sottoposti al BPS e al BPA: l’aritmia. Curiosamente, però, l’aritmia fu riscontrata solo negli esemplari femmina.
Insomma, basandoci su dati scientifici raccolti da persone ben più esperte di noi de “La Voce di Agerola” possiamo affermarlo con certezza: i materiali plastici contenenti BPA o BPS non sono affatto sicuri e non andrebbero utilizzati. Siamo certi che chi abbia comprato quelle borracce non abbia di proposito effettuato un acquisto potenzialmente nocivo per i bambini ma che, semplicemente, non si sia informato circa i potenziali rischi di quel materiale.
Invitiamo infine chiunque voglia approfondire ad effettuare ulteriori ricerche sul web sull’argomento BPA-free e sulla plastica numero 7.
Fonti consultate per questo articolo:
Perché evitare la plastica numero 7 – AGI.it
“Senza Bisfenolo A BPA FREE non è una scritta che garantisce sicurezza” – Il Fatto Alimentare
BPA-Free Plastics might be non at safe as you think they are – IBT Times