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Vermi nell’intestino dei bimbi in una scuola del napoletano, responsabile il Sarno?

Vermi nell’intestino dei bimbi della scuola del napoletano, oltre 20 casi accertati

Come ogni mattina mi accingo a leggere la rassegna stampa di molti quotidiani locali e non, ed a un certo punto mi spunta un articolo del Mattino che dice: Vermi nell’intestino dei bimbi della scuola del napoletano, oltre 20 casi accertati. Nessuna epidemia ma un focolaio, da monitorare e tenere sotto controllo, il caso dell’infezione intestinale di vermi, i parassiti Ascaris lumbricoides, che ha colpito oltre 20 tra bambini e ragazzi dell’istituto comprensivo Parini-Rovigliano e, forse, presente anche in altre scuole della città.

 

È quanto emerso ieri mattina dalla riunione congiunta, fatta negli uffici comunali di via Schiti, tra il sindaco Vincenzo Ascione, la dirigente scolastica Maria Antonietta Zeppetella Del Sesto, i responsabili Asl Adele Carotenuto e Francesco Fanara e una delegazione di genitori. Il fenomeno si sarebbe manifestato appena di ritorno dalle vacanze natalizie. Il condizionale è d’obbligo perché probabilmente i primi casi non sarebbero nemmeno stati notati in tempo, segnalati e avviata la profilassi del caso. Secondo un bollettino diramato dall’Asl Napoli 3 Sud, il contagio dei vermi, che nella fase adulta possono essere lunghi dai 15 ai 40 centimetri, può avvenire attraverso l’assunzione di acqua o cibo o oggetti contaminati dalle feci del soggetto infetto.

 

Basta, praticamente, non lavarsi le mani bene per avviare il contagio. Le uova, una volta nell’intestino, si schiudono e diventano larve che, attraverso il flusso sanguigno, viaggiano negli organi del corpo. I sintomi che si manifestano, invece, possono portare ad un’ostruzione intestinale, febbre, respiro affannoso e perdita di appetito. Il trattamento medico richiede la somministrazione di medicinali per tre settimane circa. Ciò che lascia esterrefatti sono le ipotesi che sono state fatte per l’avvio dell’infezione. La prima ipotesi potrebbe essere legata al passaggio dagli animali, ma ciò che rende veramente esterrefatti è la seconda ipotesi, la quale sarebbe da collegare al fenomeno di esondazione del fiume Sarno avvenuta il 19 dicembre scorso a seguito di importanti piogge. Il corso d’acqua, carico anche di reflui fognari, straripando avrebbe contaminato le terre, coltivate con i classici prodotti natalizi della tradizione, come la minestra tra tutte. Una scarsa pulizia della verdura avrebbe fatto il resto. Se così fosse sarebbe veramente uno scandalo, in quanto tutti sanno che il fiume Sarno è uno dei più inquinati d’Europa, quindi la domanda sorge lecita: perché non intervenire per bonificare il fiume prima che succeda qualcosa d’irreparabile? La Regione dov’è? Di bonifica nell’Agro nocerino-sarnese si parla dall’inizio degli anni Settanta, perché non si provvede a effettuarla?

 

MASSIMILIANO CUOMO

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