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Consegne a domicilio, i pizzaioli (e i pasticcieri) in pressing su De Luca

Pizzaioli, pasticcieri e ristoratori vogliono riaprire. O quantomeno riattivare il servizio delle consegne a domicilio. Sorbillo in prima linea.

Delivery sì o delivery no? Per chi proprio non mastica l’inglese, delivery vuol dire consegna (a domicilio).
Negli ultimi giorni hanno fatto molto discutere le parole di Gino Sorbillo, il pizzaiolo napoletano che più di tutti investe sulla propria immagine.
Sorbillo nelle scorse settimane aveva chiesto (ma non era il solo) di riattivare le consegne di pizze a domicilio su tutto il territorio campano. La nostra regione è l’unica in Italia ad averle vietate.
Ma da inizio settimana il proprietario della storica pizzeria a via Tribunali ha aggiunto carne al fuoco. “Quando riapriremo sarò costretto a chiudere almeno quattro pizzerie, tra cui quella sul lungomare a Napoli”, ha dichiarato in un’intervista.
Sorbillo, indirettamente, ha fatto capire che alcuni suoi dipendenti verranno licenziati. Per ora non c’è nulla di ufficiale e potrebbe trattarsi di una frase a effetto. Il pizzaiolo napoletano ama stare al centro dell’attenzione e sta sfruttando la sua popolarità per portare avanti una battaglia in cui è supportato da tanti altri colleghi pizzaioli, napoletani e campani. A cui, ovviamente, si sono aggiunti anche proprietari di ristoranti (etnici e non).

 

Oggi un’altra categoria molto importante per la gastronomia campana ha interpellato il presidente De Luca. Passata Pasqua e passato il periodo delle pastiere, anche i pasticcieri vogliono riaprire. Salvatore Gabbiano, originario di Pompei e membro dell’Accademia Maestri Pasticceri Italiani ha lanciato un appello al governatore. “La nostra categoria è stata messa nell’angolo. Abbiamo i dipendenti a casa e molti rischiano di non aprire più. Per questo chiediamo al presidente De Luca se può verificare di farci aprire in modo controllato. Noi potremmo chiamare a turnazione i nostri dipendenti dando così ossigeno alle nostre attività”.

 

Mancano poco più di 15 giorni alla presunta riapertura parziale di alcune attività (la “fase 2”), sulla quale al momento non c’è nessuna notizia certa, ma solo tante ipotesi. Tuttavia è quasi impossibile che bar, ristoranti e pizzerie riaprano il 4 maggio. Perciò, a partire dalla settimana prossima la Regione Campania potrebbe fare un passo avanti e consentire le consegne a domicilio delle pizze, oltre a far riaprire le pasticcerie, assicurandosi che rispettino le stringenti misure igienico-sanitarie del caso. Per dare un segnale di vicinanza a quegli imprenditori che da oltre un mese sono fermi e senza fonti di guadagno.

 

I dati relativi ai nuovi contagi in Campania sono decisamente altalenanti.
Il 13 aprile 99 positivi su 1.324 tamponi;
Il 14 aprile 38 positivi su 1.440 tamponi;
Il 15 aprile 80 positivi su 1.628 tamponi.

 

Si tratta di una situazione oggettivamente non grave. E se pochi giorni fa non fosse scoppiato un focolaio all’ospedale civile di Pozzuoli, oggi potremmo essere ancora più ottimisti. Ieri, infatti, gli ospedali (e istituti autorizzati) delle province di Avellino, Benevento, Caserta e Salerno hanno esaminato oltre 600 tamponi complessivamente e di questi solo 5 al “Ruggi d’Aragona” di Salerno hanno dato esito positivo.

 

EDOARDO CIOTOLA

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