A San Marino riparte l’edilizia (con qualche limitazione)
Il nuovo decreto legge ha dato l'ok all'edilizia (e ad altri settori economici) per ripartire. Ovviamente con qualche limitazione.

Nella giornata di oggi è stato pubblicato il nuovo decreto legge 62-2020 nella Repubblica di San Marino che avrà effetto da domenica 19 aprile fino a lunedì 4 maggio.
Ci sono alcune novità importanti riguardanti molti settori commerciali.
L’articolo 2 recita: “Le attività commerciali al dettaglio e artigianali, pur rimanendo chiuse al pubblico, possono operare con modalità di vendita telefonica e/o telematica. I prodotti venduti devono essere consegnati al domicilio indicato dall’acquirente, possibilmente da un solo addetto per ogni attività economica, dalle ore 9.00 alle ore 18.00 con le modalità ed i presidi di cui al regolamento ISS per quanto applicabile”.
Consentite anche le attività di Taxi e N.C.C, così come le attività di riparazione di telefoni/telefoni cellulari/tablet/computer, apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Il comma 5 certifica la riapertura delle attività edili: “Sono consentite le attività edili, impiantistiche, cantieristiche, di cura e manutenzione di edifici, giardini e/o aree verdi da svolgersi all’esterno di locali privati o all’interno di locali privati disabitati. Sono consentite altresì le attività edili, impiantistiche, cantieristiche, di cura e manutenzione di edifici, giardini e/o aree verdi, rese nei confronti di operatori economici da svolgersi all’esterno dei locali dell’attività o all’interno degli stessi”.
Il decreto, infine, conferma la sospensione di alcune attività che, per ora, non possono ripartire in sicurezza. Rimangono chiusi fino al 4 maggio centri estetici, negozi di parrucchiere e in generale tutte le attività commerciali dedicate alla cura della persona. Stesso discorso per le palestre, i centri benessere, i centri sportive e le piscine.
Lo Stato indipendente si trova a pochi chilometri da Rimini e ha 33.000 abitanti. Nella giornata di ieri i casi complessivi toccavano le 283 unità. 36 le vittime. Numeri relativamente alti in base alla popolazione. Nonostante tutto, la Repubblica riparte.
Chi volesse approfondire ulteriormente la questione può leggere QUESTO ARTICOLO in cui sono elencate, nel dettaglio, le novità del decreto.