“Io, titolare di un bar, a queste condizioni non riapro”
Lucia Naclerio, titolare di un bar, spiega perché con le restrizioni imposte dalla Regione Campania non conviene riaprire da lunedì 27.

In merito all’ordinanza numero 37 del 22/03/20 (riapertura bar e servizi di pasticceria, ristorazione e simili) vorrei fare alcune riflessioni da titolare di una attività che è ormai ferma da circa due mesi.
A chi di noi imprenditori del settore non farebbe piacere riprendere le attività e sentirsi di nuovo parte attiva di una comunità? Purtroppo invece di gioire siamo costretti per l’ennesima volta a dover fare retromarcia.
La riapertura delle nostre attività è subordinata ad aggravi notevoli: dalle ulteriori misure restrittive in campo igienico sanitario all’uso di presidi sanitari tipici della terapia intensiva (difficili da reperire anche per gli ospedali) fino alle regole quasi assurde per il trasporto dei cibi.
Perdonatemi la franchezza e non me voglia nessuno, ma i panifici e le salumerie che attualmente operano perché non sono sottoposti alle stesse regole stringenti? Povera Italia: chi fa le norme non conosce minimamente le nostre condizioni lavorative.
E povera Agerola perché alle norme nazionali che impongono rigide restrizioni, si aggiungono quelle regionali paradossali e inapplicabili (io lo voglio vedere il pizzaiolo che di fronte ad un forno cocente indossa guanti, mascherine ecc.) e dulcis in fundo quelle della nostra amministrazione comunale che non solo non ci consente di fare la spesa il pomeriggio evitando così le fila dinanzi ai negozi ma ci impone anche la chiusura forzata del 25 aprile e del 1 maggio mentre in tutta la regione si fa il contrario.
Stiamo assistendo ad una vera farsa: è vero tutto ed il contrario di tutto, le regole sono applicabili per alcuni sì e per altri no, la pioggia di contributi e sgravi fiscali per ora restano una chimera e a me non resta che piangere alla Troisi, considerando che la cattiva gestione di questa crisi lascerà segni indelebili sulla nostra comunità. Ma siamo sui sentieri degli Dei e, si sa, gli Dei non sono come Dio: sono monelli, qualche volta rabbiosi e anche un po’ birichini. Io a queste condizioni rimango coerente e #restoacasa.
LUCIA NACLERIO