Ultim’ora: è morto il processo penale!
Ogni processo penale, almeno fino al 30 giugno, si terrà on-line. Il nostro Lello Di Capua è del tutto contrario a tale novità e ci spiega perché.

No, non è stato il coronavirus; e non è stata neanche una morte naturale. È stato ucciso da un violento colpo al cuore, scagliato con il decreto Cura Italia, con il quale sono state abolite le cause nelle aule dei Tribunali, per essere sostituite con il cd. processo da remoto, ossia dal processo on-line.
In altri termini le cause non si faranno più nelle aule dei Tribunali, ma direttamente da casa, almeno fino al 30 giugno.
La mattina, quindi, non mi dovrò più svegliare di buonora per evitare il traffico e fare giri estenuanti alla ricerca affannosa di un parcheggio, ma potrò rimanere comodamente a casa (e, perché no, se il giudice mi sta antipatico, in pantofole e con i miei joggers) e mi collegherò via Skype al Tribunale per fare il processo dal computer di mia figlia.
Si perché il Governo ha stabilito che fino a fine giugno – e salvo successive proroghe – il processo penale si dovrà fare così, senza la presenza fisica del difensore per ragioni di emergenza sanitaria.
La chiamano “smaterializzazione” del processo. Ma vi pare una cosa seria questa roba?
Premetto che non sono affatto contrario né allo snellimento dei processi (ed in particolari di quelli civili) – e dirò – nemmeno ai processi in videoconferenza laddove si tratti di giudizi minori (ad esempio cause di competenza del giudice di pace) o sussistano superiori ragioni di sicurezza (come già avviene per i cc.dd. maxiprocessi).
Ritengo, però, che eliminare la figura fisica dell’avvocato dal processo penale (nel quale si discute dell’inviolabile valore della libertà della persona), costituisca una colossale violazione del diritto di difesa garantito dalla nostra costituzione. Lo scrivo, e quasi mi pento di averlo scritto, nel timore di essere tacciato di eccessiva banalità, nel discutere di simili argomenti.
Purtroppo è invece proprio così. Il Governo, per salvare il decreto Cura Italia (che riguarda anche altre importanti misure), ha posto la fiducia ed ha blindato il voto anche alla Camera, assestando così – dopo l’abolizione della prescrizione – un ulteriore ed ancora più micidiale colpo al nostro sistema democratico, prima ancora che a quello giudiziario.
Dall’ 11 maggio dovrò quindi esaminare un testimone, senza avere la possibilità di guardarlo negli occhi, senza poterne cogliere la mimica facciale, la gestualità, le emozioni e quindi la genuinità delle sue risposte che costituiscono l’essenza del mio lavoro.
Dovrò, quindi, essere relegato in un quadretto di qualche centimetro, nel display del mio PC, dal quale dovrei capire e cogliere sensazioni, parole, risposte, che ahimè, a causa del mio sempre più incerto udito, già stento a cogliere quando mi trovo fisicamente in aula. Figurarsi poi, da un precario collegamento in rete, e con una connessione che viaggia come una lumaca, perché per qualche oscuro motivo qui da noi non è mai arrivata la fibra ottica…
E cosi, dovrò discutere complicate cause durate anni, parlando praticamene al mio PC, senza riuscire a percepire se il Collegio giudicante – che dovrà decidere le sorti della vita dei miei assistiti – sta prestando attenzione al mio ragionamento, alle mie argomentazioni, visto che a malapena lo intravedo in una finestrella del mio display?
E tutto questo con il rischio, che se qualche guru dell’ attuale potere politico/giudiziario (Davigo e company, ndr) decide che il processo “on line” dovrà diventare addirittura la “ regola” anche dopo il 30 giugno, si saranno tolti definitivamente dalle palle quell’ingombrante orpello del processo, che per costoro rappresenta l’ avvocato; si libereranno così anche del fastidio provocato loro dal difensore che fisicamente li tampina davanti ai loro uffici per avere un colloquio o per discutere di un’istanza, e potranno sensibilmente limitare tutte le questioni, le eccezioni, le domande che il difensore assente in aula, non potrà più efficacemente articolare da remoto, con un sostanziale depotenziamento dell’ azione difensiva, fino a tacitarlo con un click che ne disattiva da remoto l’audio o il collegamento video.
Si questo è: una barbarie, contrabbandata per modernizzazione o per emergenza, che di fatto mortifica i principi fondamentali della nostra democrazia, che colpisce l’avvocatura e quindi l’estremo baluardo a tutela dei nostri diritti, che ignora secoli di cultura giuridica e di diritti conquistati con il sangue ed il sacrificio di vite spezzate in nome della libertà, che disprezza il lavoro dei nostri padri costituenti.
LELLO DI CAPUA