Intervista all’onorevole Catello Vitiello (Italia Viva)
La Voce di Agerola ha intervistato Catello Vitiello, attualmente parlamentare di Italia Viva. A Vitiello abbiamo fatto alcune domande sui processi on-line.

Dopo l’articolo dell’avvocato Di Capua sul processo on-line (PREMI QUI PER LEGGERLO), abbiamo intervistato l’ onorevole Catello Vitiello (Italia Viva) eletto deputato nel nostro collegio e componente della commissione giustizia alla Camera dei Deputati. Vitiello è originario di Vico Equense, dov’è nato nell’agosto del 1977. A lui abbiamo fatto qualche domanda sull’argomento giustizia on-line, per ascoltare il parere autorevole di una persona “addetta ai lavori” nel vero senso della parola.
1) Gentile onorevole Vitiello, grazie mille innanzitutto per aver accettato l’intervista con “La Voce di Agerola”. Una novità molto importante che riguarda molti italiani è quella relativa alle udienze online: con il decreto “Cura Italia” viene stabilito che nei prossimi mesi i processi potranno tenersi via Skype o con altri programmi di videochiamata. Lei, da avvocato, come vede questa novità?
Questa paralisi dei processi determinata dall’emergenza sanitaria certamente assesterà un duro colpo a un sistema che, già da anni, è in grande affanno e occorre, quindi, individuare le modalità per riprendere le attività giudiziarie. Tuttavia, la smaterializzazione processuale pregiudicherebbe irrimediabilmente i diritti e le garanzie del processo penale, come l’oralità e l’immediatezza: bisogna tornare a celebrare i processi e, al contempo, garantire che siano rispettati i diritti di tutte le parti, le prerogative del giudice e le aspettative del popolo. Il processo è fatto di dialettica e fisicità che non possono essere cancellate senza compromettere la “giustizia giusta”!
2) A suo avviso il diritto di difesa può essere comunque garantito attraverso la tecnologia e non de visu? Il fatto di non poter chiaramente avvertire le emozioni dei protagonisti delle udienze può cambiare i risultati di un processo?
È così. Un processo a distanza comporterà non solo l’impossibilità per l’imputato di confrontarsi con il suo accusatore e per l’avvocato difensore di esercitare tutti gli strumenti che il codice gli consente per la verifica della resistenza probatoria degli elementi a carico; ma anche l’impossibilità per il pubblico ministero di superare questa prova di resistenza e fugare ogni dubbio sulla sua tesi accusatoria e, al contempo, per il giudice di ricostruire la verità processuale oltre ogni ragionevole dubbio e di giustificare così la sua decisione agli occhi del popolo.
3) Lei, dopo un breve periodo nelle fila del Movimento 5 Stelle, è attualmente un deputato di Italia Viva. Ad approvare questo provvedimento sono stati i parlamentari del Partito Democratico e del M5S. La sua contrarietà a tale decisione come si concilia con la decisione dei suoi colleghi di maggioranza di modificare l’impianto giudiziario in questo modo?
L’incipit è sbagliato. Sono stato candidato da esterno nel Movimento, non avendovi mai fatto parte. E la mia permanenza è durata, per le note vicende, solo una decina di giorni. Dopo le elezioni e dopo oltre un anno e mezzo trascorso nel gruppo misto, ho poi ritenuto di aderire al progetto di Matteo Renzi, perché fondato su un modello di politica liberale e riformista, nel quale mi riconosco da sempre. In merito al processo da remoto, dopo una lunga e defatigante discussione in commissione giustizia sono riuscito a convincere tutta la maggioranza (compresi i deputati del PD e del Movimento) a sottoscrivere un ordine del giorno per escludere le attività di istruttoria e di discussione delle parti. E alla fine il governo lo ha accolto e recepito, impegnandosi nel prossimo decreto a provvedere in tal senso.
4) Per quanto lei ne sa, come voterà il gruppo parlamentare di “Italia Viva” in merito?
La conversione in legge del decreto Cura Italia contiene all’interno una normativa composita, che fa fronte all’emergenza sanitaria, economica e sociale. Per questo, abbiamo ritenuto di votare a favore, giovedì, della fiducia e, venerdì, del provvedimento, nonostante non ci gratificasse appieno sotto tanti aspetti. Oltre al passo indietro sul processo da remoto, si può e deve fare di più per non lasciare indietro tante categorie che non hanno avuto accesso a questo primo sostegno economico: ad esempio, tutto il comparto dei cd. lavoratori stagionali deve essere tutelato e nel prossimo decreto stiamo lavorando anche in questa direzione.
5) Conte e Bonafede hanno promesso di fare un parziale dietro front escludendo dal processo on line le udienze di discussione e quelle con testimoni.
Non le sembra che ci sia un fronte giustizialista eterogovernativo, che dopo l’abolizione della prescrizione, dirige l’azione di governo verso una marginalizzazione del ruolo dell’avvocato e più in generale delle garanzie?
Il giustizialismo porta quasi sempre a misure incostituzionali, perché violano i diritti e le libertà previsti dalla nostra Costituzione. Nella scala di valori della mia azione politica ho sempre messo al primo posto la mia esperienza e la mia professione: difendere lo Stato di diritto non ha niente a che vedere con l’alleanza di governo, perché la tutela della collettività è certamente preminente rispetto alla tutela della maggioranza e perché si punta al bene comune all’insegna di una battaglia di civiltà giuridica!
INTERVISTA REALIZZATA DA EDOARDO CIOTOLA