La vicenda di Zara ce lo insegna: compriamo offline!
Zara ha annunciato che a breve chiuderanno 1200 negozi e si punterà di più sull'e-commerce. L'opinione di Massimiliano Cuomo.

La decisione da parte di Zara, colosso mondiale dell’ abbigliamento, di chiudere ben 1200 negozi fisici per puntare con più decisone sull’e-commerce è la fotografia del periodo complicato che stiamo vivendo. PREMI QUI per leggere la notizia.
Zara fa parte del gruppo Inditex fondato negli anni ’60 dal magnate galiziano Amancio Ortega da sua moglie Rosalia Mera. Ortega è l’uomo più ricco di Spagna e sesto uomo più ricco al mondo secondo la rivista Forbes. Questo processo di trasformazione era già in atto prima del Coronavirus, ma a seguito del lockdown vi è stata una significativa accelerata.
Le principali cause sono: il peso degli affitti dei locali che gravano sul conto economico, i costi del personale, il mantenimento dei locali e le spese per la sanificazione. I mancati introiti dovuti alla diffusione del Covid-19, che ha imposto la chiusura quasi ovunque hanno dato il colpo di grazia. Molte aziende importanti sono in procinto di effettuare la medesima trasformazione seguendo l’esempio del colosso americano Amazon e del suo fondatore Jeff Bezos, ovvero l’uomo più ricco al mondo con oltre 113 miliardi di dollari di patrimonio personale. Meno negozi e più vendite online significa meno posti di lavoro e molte più famiglie che si troveranno in difficoltà e senza certezze.
La domanda che sorge spontanea è: se un colosso come Zara necessità di una trasformazione per sopperire ai mancati incassi i piccoli negozietti cosa devono inventarsi per sopravvivere? I piccoli negozi, come le botteghe, significano storia, identità, comunità e posti di lavoro, oltre ad essere anche luoghi dove ci si ritrova e si sconfigge, specie quando si è anziani, la solitudine e vanno aiutati sia dalle autorità competenti che da noi consumatori. Nel mio piccolo, per aiutare i negozianti e chi ci lavora, io compro in negozio e non online !
MASSIMILIANO CUOMO