Perché il caso positivo non deve spaventarci
Un caso positivo ad Agerola: il primo dopo quasi sei mesi dall'inizio dell'emergenza. Ma è tutto sotto controllo, andare nel panico è sbagliato.

Era una questione matematica: prima o poi anche ad Agerola il COVID-19 avrebbe ‘colpito’. Nella giornata di oggi è arrivata la comunicazione ufficiale: un cittadino straniero residente nel nostro comune si è sottoposto al tampone ed è diventato il primo caso positivo registrato ad Agerola. L’uomo era rientrato in Italia il 18 agosto dopo aver visitato il suo paese natale. La sua convivente è risultata invece negativa.
Un po’ di preoccupazione è la reazione fisiologica a questa novità, perché a quasi sei mesi dall’inizio dell’emergenza Agerola era rimasta ‘COVID free’.
Ma ci sono diversi elementi fattuali che possono convincerci a non andare nel panico. Prima di tutto, da comunicazioni ufficiali, la persona in questione è asintomatica, in isolamento domiciliare da ormai una settimana e, soprattutto, non avrebbe avuto contatti con nessuno. E poi, non avendo contagiato la moglie, non c’è il rischio che ella inconsapevolmente abbia trasmesso il virus ad altre persone.
Inoltre pochi giorni fa si è verificato un caso analogo a pochi km da Agerola, in un paesino che ha caratteristiche del tutto simili al nostro: Ravello.
Un 19enne originario di Milano, rientrato da una vacanza in Croazia, aveva infatti raggiunto la sua famiglia nella “Città della Musica”. Dopo il tampone positivo, il ragazzo è rimasto in isolamento domiciliare volontario fino alla guarigione. I fatti risalgono a mercoledì 12 agosto, come riporta il Vescovado. Da quel giorno non si è registrato alcun caso di positività al COVID né a Ravello, né nel resto della Costiera Amalfitana.
La Voce di Agerola augura una pronta guarigione al nostro concittadino e si augura che il doppio tampone a cui si sottoporrà nei prossimi giorni darà esito negativo. In questo modo la parentesi di psicosi che si è aperta a seguito dell’annuncio si chiuderà e torneremo a vivere più tranquilli; basta leggere i commenti sotto il post del Comune e le didascalie delle condivisioni per capire come alcuni agerolesi siano andati letteralmente nel panico.
Ricordiamo che in Italia il tasso di letalità del virus si è abbassato, su 10 tamponi positivi 9 sono di persone asintomatiche e, in generale, il sistema sanitario è più preparato rispetto alla primavera per gli eventuali casi gravi. I numeri parlano chiaro: in tutta Italia ci sono 69 persone (scese a 65 dopo l’aggiornamento odierno) in terapia intensiva, praticamente una su un milione. Perciò usiamo la mascherina dove e quando necessaria, rispettiamo la distanza interpersonale se possibile e, come dovrebbe essere normale, curiamo la nostra igiene personale. Ma non andiamo nel panico: il virus ha fatto 30.000 vittime in Italia – questo è indubbio – tuttavia per milioni di italiani scampati al COVID durante i bui mesi del lockdown sono sorte malattie mentali che, alla lunga, possono essere più pericolose e la cui difficoltosa guarigione non è determinata da un doppio tampone.
EDOARDO CIOTOLA