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“Vaccino efficace al 90%”. La svolta è vicina, però…

Il vaccino sviluppato negli USA è efficace sul 90% dei volontari. Si tratta di una notizia positiva ma non mancano dettagli meno positivi.

La settimana si è aperta con una notizia potenzialmente molto positiva: Pfizer e l’azienda partner BioNTTech hanno rilasciato un comunicato in cui affermano che il loro vaccino contro il COVID-19 è “efficace al 90%”.

Vaccino: ci siamo?

La notizia arriva in un periodo molto difficile, specialmente per il mondo occidentale, dove la seconda ondata è in pieno effetto. E con l’inverno alle porte, essere ottimisti circa una diminuzione di aggressività del virus risulta difficile.

Ma proprio la notizia odierna potrebbe infondere quella positività necessaria e convincere tutti a stringere i denti per qualche altra settimana, perché una soluzione sembra vicina.

Certamente quando arriveranno le prime dosi di vaccino il COVID non sparirà magicamente. Se è vero che le prime dosi arriveranno a dicembre, saranno somministrate a medici e infermieri. Una vaccinazione su larga scala potrà avvenire solo nella primavera del 2021 se da qui a marzo non ci saranno incidenti di percorsi. Tuttavia, quando le prime persone saranno immuni al COVID-19, soprattutto dal punto di vista psicologico avremo dei miglioramenti.

Come sempre, è bene non fermarsi al titolo e andare ad analizzare in dettaglio quanto comunicato dalla casa farmaceutica.

Infine, un’altra premessa importante è che si tratta di un vaccino sviluppato negli USA e che nella migliore delle ipotesi, in Italia, a stretto giro, arriveranno poche dosi. Quella che segue è una traduzione quasi letterale di un articolo comparso su StatNews, una fonte molto autorevole in campo medico.

 

Il vaccino di Pfizer/BioNTech è il primo del quale si conoscono risultati in larga scala sulla cosiddetta fase 3, quella della sperimentazione sugli esseri umani.

“La prima analisi dei risultati dimostra che i soggetti che hanno ricevuto due iniezioni di vaccino a tre settimane di distanza l’una dall’altra hanno contratto, in percentuale, più del 90% in meno dei sintomi del COVID rispetto a coloro che hanno ricevuto un placebo. Per mesi si era ipotizzato che l’efficacia del vaccino oscillasse dal 60 al 70%. Tuttavia la fase 3 è ancora in corso e ulteriori dati potrebbero far variare i risultati appena esposti”.

 

Un altro passaggio fondamentale: “Le compagnie hanno stabilito che le prime dosi ‘emergenziali’ di vaccino non verranno distribuite fino a quando non verrà raggiunto un altro importante risultato: quando metà delle cavie non avrà sviluppato problemi di salute nei due mesi successivi alla somministrazione della seconda dose”.  Per i primi volontari i 60 giorni saranno passati nella terza settimana di Novembre. Dunque veramente questione di giorni.

 

Passiamo ora ai dettagli meno positivi. Scrive StatNews: “Mancano delle informazioni chiave circa il vaccino. Non è dato sapere se il vaccino previene casi gravi, ovvero quelli che causano ospedalizzazione o morte”.

Non solo: “Poiché il vaccino è stato studiato per alcuni mesi, non è possibile stabilire quanto a lungo durerà la protezione. Inoltre il vaccino causa effetti collaterali, come dolori muscolari e febbre. Gli effetti collaterali, è bene specificarlo, rappresentano la normalità per i vaccini.

Pfizer fa sapere che “fino a 50 milioni di dosi potrebbero essere disponibili in tutto il mondo entro la fine dell’anno e un altro miliardo e 300 milioni nel 2021”. Non mancano altre possibili difficoltà: “Il vaccino dev’essere conservato a temperature estremamente basse e ciò potrebbe rendere difficile la consegna in molti posti”. Tuttavia Pfizer si dice “fiduciosa” di “riuscire a risolvere queste problematiche”.

 

Tutte le informazioni scritte in questo articolo sono state prese da QUESTO LINK

 

EDOARDO CIOTOLA

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