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Le difficoltà degli studenti universitari ai tempi del COVID

Alcuni studenti della Federico II segnalano gravi problematiche in questo difficile anno accademico, con i docenti che non fanno nulla per venirgli incontro.

Riceviamo e pubblichiamo l’appello da parte degli studenti del Dipartimento di Farmacia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che reclamano il diritto allo studio, soprattutto in tempi di pandemia.

 

Sessioni di esami annullate, impossibilità nel sostenere esami in modalità telematica. La questione è che si tende a rimandare da parte del corpo docente la sessione d’esame “in attesa di tempi migliori” per poter sostenere gli esami in sede, data la loro riluttanza nella modalità di svolgimento degli esami di profitto a distanza.

Il presente appello nasce dalla necessità di mettere in evidenza alcune criticità che
affliggono gli studenti del Dipartimento di Farmacia da anni e che si sono acuite
a seguito della situazione emergenziale in cui ci si ritrova attualmente.

L’inizio dei corsi universitari previsto per ottobre, come ogni anno, viene confermato ma con diversi punti interrogativi. Per tutti i corsi universitari (fatta eccezione per i corsi a scelta, che saranno esclusivamente online) è prevista una modalità blended sincrona: tutti gli studenti hanno la possibilità di poter seguire da casa, chiedendo opportunamente un esonero tramite un modulo online vista la situazione emergenziale, oppure di prenotare la presenza in aula, nel rispetto delle misure anticovid vigenti (aule riempite al 50% massimo).
Nonostante ciò, alcuni docenti non nascondono la loro preferenza per la presenza in aula, esprimendo molto spesso il loro disappunto per la scelta dello studente di seguire da casa.
La situazione peggiora quando i docenti riunitisi in consiglio di dipartimento ritengono opportuno di svolgere gli esami di profitto esclusivamente in presenza, rendendo evidente la poca preoccupazione per la situazione emergenziale in cui ci si ritrova tutt’ora. Alla luce di questa decisione si evidenziano le difficoltà del dipartimento: le aule non sono sufficienti per poter contemporaneamente svolgere esami di profitto e tenere i corsi in modalità blended sincrona e questo porta alla decisione più drastica ovvero l’eliminazione dell’appello di novembre a poco meno di un mese dallo stesso, appello aperto a tutti gli studenti ormai da 4 anni.

Si decide di riservare lo stesso ai soli studenti in debito dell’ultimo esame, in primo luogo, e in seguito a diverse sollecitazioni anche agli studenti fuori corso.
Un appello improvvisamente cancellato perché i docenti non preferiscono la modalità di
svolgimento di un esame di profitto a distanza.
Gli studenti ricevono le date degli esami con soli 15 giorni d’anticipo e a pochi giorni dal proprio esame attendono ancora disposizioni da parte del corpo docente circa le modalità di svolgimento degli stessi, atteggiamento che porta inevitabilmente all’impossibilità di potersi presentare alla seduta d’esame con una preparazione adeguata.
Con l’istituzione della “zona rossa” in Campania, la sessione di novembre viene necessariamente resa telematica, e data la prevedibilità della cosa, poteva essere aperta a tutti gli studenti dal primo momento.

Il Direttore di fronte a tale situazione emergenziale si pone indisposto a qualsiasi tipo
di dialogo e a qualsiasi aiuto nei confronti dello studente, che dovrebbe risultare l’anello più debole del sistema universitario, nonché quello da tutelare.

Come è evidente la totalità dei corsi di laurea in Campania garantisce allo studente la possibilità di poter svolgere esami, tirocini e corsi online. Mentre tale preoccupazione non sembra minimamente importante il Direttore del dipartimento

Quindi il tempo di preparazione dei diversi esami, che includono le sessioni di ottobre/novembre e gennaio/febbraio, viene dimezzato e diversi studenti si ritrovano a dover preparare quasi otto esami in due mesi.
Il caso è quasi comune a tutti gli iscritti all’ateneo, a tal punto da diramare una nota, che è stata già diramata alle sedi governative opportune, per tutelare i propri diritti. Gli studenti chiedono la possibilità di poter redistribuire in maniera più efficiente ed adeguata le date degli esami seguendo le direttive della Scuola di Medicina e Chirurgia a cui afferisce il Dipartimento, di poter svolgere gli esami in modalità on line, come previsto dal MIUR, e soprattutto che non vengano sospese le diverse sessioni, di poter essere informati in anticipo sulle modalità e sulle date (non quindici giorni prima degli esami) e che i docenti possano venire incontro alle loro esigenze, in termini di tempistiche adeguate, date le difficoltà della didattica a distanza, causata dall’epidemia ancora in corso.
Infine, sarebbe opportuno far intercorrere un periodo minimo tra un appello e l’altro di 20-25 giorni per consentire un’adeguata preparazione finalizzata all’accesso a tutti gli appelli, in ossequio al Regolamento Didattico di Ateneo, visto che, secondo dati reperibili dal sito Almalaurea in relazione ai corsi di laurea del Dipartimento di Farmacia per l’ultimo anno accademico 2018/2019, solo il 30% circa degli studenti di ciascun corso di laurea del Dipartimento riesce a laurearsi in corso. Si tratta di una problematica che non riguarda tutti i corsi di laurea che fanno parte del dipartimento di farmacia (farmacia, ctf, controllo di qualità, scienze erboristiche e scienze nutraceutiche)

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