La gestione privata dell’acqua: tra politica ed affari
Anche la gestione dell'acqua può diventare un affare?

Alcuni giorni fa si sono tenute le elezioni per l’ elezione di 10 consiglieri decaduti nell’E.I.C. (Ente idrico Campano) – di cui il nostro Sindaco Luca Mascolo venne nominato presidente dal governatore De Luca. Per l’occasione 76 Comuni della zona sono stati chiamati a votare. Tra due liste e 2 filosofie contrapposte: acqua pubblica o privata?
Acqua pubblica o acqua privata ?
Il “Comitato Rete Civica per l’acqua pubblica” dell’agro nocerino sarnese ha rilasciato un lungo comunicato in cui attacca duramente il Sindaco di Agerola Luca Mascolo, per la sua gestione dell’Ente idrico e per la sua posizione di difesa della privatizzazione dell’acqua.
E’ però certo che con la scelta di affidare la gestione dell’ acqua a società private, le tariffe e le bollette dell’acqua sono progressivamente aumentate anche per sostenere i costi di gestione di CdA, apparati e strutture politiche di gestione.
Non sarebbe meglio tornare ad una gestione pubblica del bene primario che per sua natura dovrebbe essere di tutti?
L’ acqua non è un bene essenziale a cui tutti dovrebbero poter liberamente avere accesso?
Il Comitato civico per l’ acqua pubblica, nel suo recente comunicato – di cui si riportano di seguito alcuni passaggi – ha infatti denunciato:
“proprio lui che è sindaco di Agerola, […] avrebbe dovuto avere la decenza istituzionale di astenersi dal fare campagna elettorale per una lista che al suo interno ha addirittura eletto un dipendente della GORI, in rappresentanza del sindaco di Portici, a conferma dell’inconcepibile sovrapposizione tra ente controllore e società controllata“
“Mascolo, inoltre, sostiene che le emergenze fognarie e depurative del territorio non si risolvono con la battaglia per l’acqua pubblica. Dovrebbe però spiegarci come mai GORI, pur avendo tra le tariffe più alte d’Italia, non è riuscita a fare praticamente nulla per risolvere le problematiche ambientali e perché la quasi totalità degli investimenti sul territorio sono stati realizzati con fondi pubblici, cioè con ulteriori risorse dei cittadini”.
“L’Ente Idrico Campano è affetto dalla sua nascita dal virus della mancanza di trasparenza e democrazia. Nel novembre 2018, il presidente Mascolo ha firmato un accordo con Regione Campania e GORI concernente un debito dal valore di 110 milioni di euro e il passaggio delle opere regionali al gestore, ma tale accordo non è stato mai portato a conoscenza del consiglio di distretto Sarnese Vesuviano, che secondo la legge è l’organo competente in materia e, nonostante le ripetute richieste, ancora nulla è stato comunicato. In virtù di questo presunto accordo, mai approvato da alcun organo dell’Ente Idrico Campano, GORI ha contratto un prestito di 100 milioni di euro con ACEA e alcuni istituti bancari. Un prestito che inciderà inevitabilmente sulla gestione del prossimo decennio, nella migliore tradizione della politica del fatto compiuto, i cui interessi pagheremo noi cittadini con tariffe sempre più esose. Le stesse tariffe GORI da cui arrivano il 73% delle quote versate dai gestori nel bilancio dell’intero Ente Idrico Campano (dati 2020 del bilancio EIC), che dovrebbe invece essere finanziato da tutta la Regione, della quale il Sarnese Vesuviano rappresenta solo un quarto della popolazione e molto meno in termini di estensione territoriale”