Durante le vacanze ad Agerola, non perderti la maestosa grandezza della Chiesa di San Pietro Apostolo, situata nella tranquilla frazione di Pianillo di Agerola, e insignita del ruolo di chiesa parrocchiale. All’interno di questo imponente edificio sacro, la comunità agerolese rende omaggio al patrono della città, Sant’Antonio Abate.
Inoltre, scopri la bellezza e la spiritualità della Chiesa di San Matteo Apostolo, che sorge nelle vicinanze di San Pietro Apostolo. Con la sua elegante architettura e le opere d’arte sacra, questa chiesa offre un’esperienza di bellezza e contemplazione.
San Pietro Apostolo (Pianillo), Agerola: storia
Le vicende della chiesa di San Pietro ad Agerola si snodano attraverso i secoli, immerse in un alone di mistero dovuto alla mancanza di precise testimonianze storiche.
Le prime notizie certe risalgono al 1546, quando all’interno della chiesa si riuniva la Confraternita del Santissimo Corpo di Cristo, incaricata di celebrare la messa in occasione della festività e di procurare incenso e polvere da sparo ai frati del convento di San Francesco di Cospiti. Nel 1572, la chiesa risultava sede della Confraternita di San Cristoforo. Per oltre un secolo non si hanno ulteriori informazioni, fino all’inizio del XVIII secolo quando, al suo interno, venne fondata la Congrega del Carmine. Nel XIX secolo, infine, il piazzale antistante divenne sede delle riunioni dell’amministrazione comunale.
Nel corso del tempo, la chiesa di San Pietro Apostolo (Agerola) ha subito numerosi rifacimenti che ne hanno modificato l’aspetto originario, adattandosi alle esigenze e alle devozioni dei fedeli che l’hanno abitata.
Parrocchia San Pietro Apostolo, Agerola: descrizione
Ad Agerola, la chiesa di San Pietro si presenta con un’ampia scalinata che conduce all’ingresso. La facciata, divisa in tre parti da una trabeazione, cattura l’attenzione con i suoi elementi decorativi.
Nella parte inferiore si aprono due portali d’ingresso: quello di destra, più grande, invita ad entrare nel luogo sacro, mentre quello di sinistra, più piccolo, sembra voler custodire un segreto. La parte centrale è illuminata da tre finestre, poste a simboleggiare la Trinità.
Infine, la parte superiore termina a timpano, coronata da un prezioso stucco del 1926 realizzato dal salernitano Luca Giordano. L’opera raffigura l’incoronazione della Madonna del Carmine, circondata da angeli e affiancata da San Pietro con un gallo e Sant’Antonio Abate con alcuni animali domestici. Un’immagine sacra che riassume la devozione del popolo verso la Madonna e i santi venerati nella chiesa.
La facciata si conclude con una croce in ferro posta sulla sommità del timpano, simbolo della fede cristiana che domina sull’intero edificio.
Varcando la soglia della chiesa di San Pietro ad Agerola, ci si immerge in un’atmosfera di raccoglimento e spiritualità. L’edificio, a pianta a croce latina, presenta un pronao delimitato da una vetrata che separa l’ingresso dall’assemblea. Al centro del soffitto del pronao, un’effigie di Sant’Antonio Abate veglia sui fedeli.
L’interno è suddiviso in tre navate: quelle laterali, caratterizzate da volte a crociera che poggiano su pilastri in muratura, offrono uno spazio raccolto e silenzioso. Nella navata di sinistra, tre cappelle dedicate al Sacro Cuore di Gesù, a San Pietro Apostolo e a Sant’Antonio Abate attirano l’attenzione dei visitatori. Quest’ultima, in particolare, risplende di marmi, stucchi e vetri policromi, custodendo una tela raffigurante la Madonna del Purgatorio circondata da scene dell’aldilà.
Sull’arco trionfale della navata centrale, due tele di autore ignoto completano la ricca decorazione: Mosè con in mano le tavole e Davide intento a suonare la cetra richiamano figure bibliche e simboli di fede.
L’altare maggiore e le altre opere d’arte
L’abside della chiesa di San Pietro ad Agerola ospita un vero e proprio capolavoro: un dipinto olio su tela del XVIII secolo raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi Pietro e Paolo. L’opera, dopo un lungo restauro, è tornata al suo splendore originario nel 1994. Al di sotto della cupola, quattro tele celebrano i quattro evangelisti, mentre sopra l’ingresso della sagrestia, un olio su tela del XVII secolo raffigura Dio tra San Francesco Saverio e Sant’Ignazio.
Nello stesso luogo, un’altra tela, questa volta del XVI secolo, mostra la Madonna col Bambino circondata dai quindici misteri del Rosario. Infine, completa la ricca decorazione un ritratto settecentesco di un uomo, forse il committente di una delle opere presenti.
Nel 1999, durante i lavori di restauro, la pavimentazione in ceramica ormai usurata è stata sostituita con una nuova in marmo, donando ulteriore eleganza all’ambiente.
A svettare sulla chiesa di San Pietro ad Agerola è il campanile, un’imponente struttura che si erge come simbolo di fede e di rinascita. Diviso in cinque settori, il campanile racconta una storia che attraversa i secoli.
Il basamento cubico poggia solido sulla terra, mentre la zona a tronco di piramide slancia la sua forma verso l’alto. Una forma cubica con finestra monofora introduce ai due piani ottagonali, uno con finestra monofora che ospita la cella campanaria. Qui, risuona la campana fusa nel 1363 da Giuliano da Venezia, rifusa nel 1915 dopo aver subito le ferite del tempo. Un altro piano ottagonale, impreziosito da un orologio, completa la struttura. Il tutto culmina in una cupola ricoperta di maioliche policrome, sormontata da una croce in ferro che veglia sul borgo.
Il campanile di San Pietro ha conosciuto momenti di gloria e di sofferenza. Gravemente danneggiato dal terremoto dell’Irpinia del 1980, è stato completamente restaurato, tornando a risplendere come un gioiello. Nel corso degli anni, anche l’orologio della torre ha subito modifiche: sostituito nel 1913 e poi nel 1922 da uno meccanico con l’aggiunta di due campanelle, ha scandito il tempo di Agerola con instancabile precisione.
Accanto alla chiesa di San Pietro ad Agerola, un piccolo gioiello barocco attira l’attenzione: l’oratorio di Sant’Antonio Abate. Costruito all’inizio del XVII secolo, l’oratorio si presenta con un’unica navata, un tempo decorata da una preziosa carta telata a motivi geometrici purtroppo andata perduta.
Al centro dell’altare, incastonato tra due colonne, una tavola raffigura la Madonna col Bambino, accompagnata da San Domenico e Santa Caterina. Un’opera ricca di devozione e di maestria artistica.
L’oratorio, restaurato dopo il terremoto del 1980, custodisce un altro tesoro: un busto del 1752 raffigurante Sant’Antonio Abate. La scultura, restaurata nel 1988, poggia su un basamento ricoperto di lamine d’oro, a sottolineare il pregio e la devozione verso il santo.